Nell’ultimo mese abbiamo iniziato a lavorare per 2 nuovi clienti, che operano in due settori completamente diversi, ma che hanno entrambi “problemi” di SEO.
Il primo ha un sito con qualche anno sulle spalle e un’ organizzazione dei contenuti piuttosto bizzarra, basata su principi ormai vecchi.
L’altro ha da poco realizzato il sito web ma non avendo alcuna competenza in ambito SEO sta commettendo una serie di errori.
È molto probabile che di questo passo, tra qualche anno, si ritroverà nella condizione del primo cliente.
Per chi non lo sapesse la SEO si occupa dell’ottimizzazione nei motori di ricerca, cioè di far comparire un sito nelle ricerche su Google.
Diciamo subito che la SEO è una vera e propria disciplina che prevede la conoscenza di teorie, tecniche e pratiche complesse.
Per farla bene bisogna avere varie competenze specifiche che un titolare di azienda solitamente non ha (e non deve necessariamente avere). Però, come ripetiamo spesso in questo blog, una conoscenza basilare dei vari aspetti del marketing è importante per chiunque gestisca un’azienda.
Perché? Per evitare di prendere delle sonore fregature!
PERCHÉ FARE SEO CONVIENE?
Come potete immaginare, un sito ben ottimizzato compare tra i primi nei risultati delle ricerche su Google. Questo significa che i potenziali clienti lo troveranno prima di quello degli altri concorrenti.
È un po’ come poter salire su una sedia in una stanza affollata.
La SEO fatta a regola d’arte può portare molti vantaggi ad un’attività online:
Può valorizzare il TUO sito
Il sito web è uno dei pochi canali di comunicazione online esclusivamente di tua proprietà e su cui hai pieno controllo (incendi dei server permettendo).
Le vostre pagine social sono di proprietà di altre aziende (Facebook, Twitter, etc) che in qualsiasi momento possono decidere di cambiare le regole – e lo fanno molto spesso. La SEO quindi vi aiuta a far crescere il vostro sito e ad aumentare il numero di persone che lo visitano.
Ti fa risparmiare sul lungo termine
Le visite che arrivano dalle ricerche su Google, che vengono definite tecnicamente traffico organico, sono tutte visite per le quali non pagate. Un risparmio notevole in termini di budget pubblicitario.
Da casetta a castello
Le attività di SEO sono come mattoni che permettono di costruire la “reputazione” di un sito e di migliorarla nel tempo. Più mattoni impilate più otterrete una struttura solida e duratura.
LA SEO E IL MISTERIOSO ALGORITMO DI GOOGLE
Tranquilli, non vi annoieremo con troppe nozioni tecniche che non sapreste come applicare! Vogliamo però farvi sapere cosa succede “dietro le quinte” di un motore di ricerca. No, non è magia, tutt’altro.
Prima di tutto dovete sapere che Google usa dei software per controllare tutti i contenuti (testi, immagini, etc) di un sito e capire di cosa parla. Un po’ come facevano le sentinelle del film Matrix quando andavano in giro cercando i fuggitivi. Questa operazione si chiama indicizzazione.
Quando un utente compie una ricerca, inserendo delle parole chiave, Google genera una classifica dei siti che rispondono meglio alla ricerca fatta e li visualizza nelle sue pagine. Questa operazione si chiama posizionamento o ranking.
È importante capire che il posizionamento non è statico ed univoco perché Google genera una nuova classifica per ogni ricerca effettuata. È per questo che ognuno di noi vede risultati diversi a seconda della location, del momento, del device usato etc.
Per assegnare la posizione nel ranking, Google si basa su moltissimi fattori che ricadono in 3 categorie: autorevolezza del dominio, rilevanza, freschezza.
Autorevolezza del dominio
Valuta quanto sono affidabili le informazioni su un sito. Come? Esaminando i link che portano al sito, sia esterni che da altre pagine interne al sito. Google in pratica controlla chi parla di noi e chi ci cita. L’autorevolezza di chi compie queste azioni incide anche su di noi, quindi attenzione a non ricevere link da siti con una “brutta reputazione”.
Rilevanza
Questo parametro esamina quanto i contenuti della pagina web rispondono alla ricerca effettuata. Tra gli indicatori della rilevanza, ad esempio, ci sono il tempo e la modalità di interazione con la pagina trovata. Se una persona legge tutta la pagina proposta da Google significa che questa ha risposto alle sue necessità. Se invece dopo pochi secondi la lascia probabilmente non ha trovato ciò che cercava. Google chiama questo evento rimbalzo.
Freschezza
Valuta quanto i contenuti del sito siano recenti e aggiornati. Questo parametro influisce diversamente a seconda del settore di riferimento. Ad esempio, un sito che si occupa di tecnologia ha bisogno di informazioni più aggiornate rispetto ad uno che parla di storia romana.
Quella che abbiamo fatto è una spiegazione molto semplificata e superficiale. Nella realtà la SEO è MOLTO più complessa e ci sono migliaia di fattori in gioco che variano costantemente. Nessuno, nemmeno il professionista più esperto, è a conoscenza degli “oscuri algoritmi” di Google.
Per questo è importante osservare, fare prove e restare sempre aggiornati.
GOOGLE IS A SMART GUY
Come abbiamo detto finora la SEO è una pratica complicata che non si può ridurre all’inserire parole chiave, scrivere testi di una certa lunghezza o avere tanti link. Che voi abbiate delegato questo aspetto ad un consulente o che vogliate occuparvene personalmente, non pensate di ingannare Google con beceri trucchetti. Tra i più utilizzati (anche da sedicenti professionisti) ci sono:
Uso di backlink / link building criminale
I link che portano al vostro sito influiscono sulla valutazione che ne da Google. Negli anni sono spuntati tantissimi servizi che vendono link un tanto al chilo. Nonostante le promesse sulla qualità di questi link, la maggior parte delle volte vi ritroverete spammati su siti di dubbio valore o non collegati al vostro settore.
Se la vostra azienda vende trattori, un link da un sito di viaggi in estremo oriente non avrebbe senso, a meno che non vogliate andare in Giappone in trattore! Google ha sviluppato degli algoritmi appositi per rilevare queste attività e penalizzarle, non tentate di aggirarli.
Keyword stuffing
Le parole chiave sono uno dei miti fondanti della SEO. Fin dall’inizio dei tempi si è pensato che avere molte parole chiave sul proprio sito servisse a comparire più in alto nelle ricerche. Chi pensa di doversi posizionare per centinaia o anche migliaia di parole chiave, ancora oggi riempie le sue pagine di keyword.
Quello che ne viene fuori è un agglomerato di parole senza senso compiuto che spesso viene “nascosto alla vista” con qualche trucchetto (ad esempio dandogli lo stesso colore dello sfondo). Google non è così stupido e vede TUTTO quello che c’è sulla pagina.
Contenuti duplicati
In tanti pensano che più pagine ha il sito meglio è. Sbagliato! I contenuti ridondanti o duplicati non sono amati ne da Google ne dagli utenti. A voi piacciono quei siti con tantissime pagine in cui alla fine vi perdete? Scommettiamo di no!
Tralasciando i tecnicismi è preferibile avere un sito snello e funzionale con contenuti originali e non ripetuti. Non avete idea di quante volte un consulente serio chiamato per ottimizzare un sito si ritrovi a dover eliminare pagine inutili.
Keyword fantastiche e dove trovarle
A braccetto con il keyword stuffing c’è la pratica di posizionare una pagina usando parole chiave assolutamente inutili e senza senso.
È una cosa che agenzie non proprio corrette fanno spesso per buttare fumo negli occhi degli ignari clienti.
Comparire tra i primi risultati di Google per una parola (o una serie di parole) che nessuno cerca non vi porterà alcun vantaggio.
Magari sarete al primo posto per la keyword “vendita di rotoli di sfoglia ripieni di crema all’uovo in contrada Impalata” ma vi assicuriamo che così non lo cercherà nessuno. Se voglio i cannoncini probabilmente scriverò “migliore pasticceria di Monopoli”, ed è per quella “stringa di parole” che dovreste posizionarvi.
Click baiting (h1 e thin content)
“Attenzione ad avere 50.000 euro sul conto corrente. Ecco perché…”.
Vi sarà capitato di leggere titoli simili nei risultati di ricerca. Magari avete anche cliccato spinti dalla curiosità e vi siete ritrovati su un articolo inutile o che parla di altro. Questa è una delle porcherie tecniche più utilizzate per attirare l’attenzione degli utenti.
Al di là di questi esempi molto eclatanti, in tanti lo fanno nella speranza di ottenere più traffico. A lungo andare, tuttavia, questo giochetto non fa altro che aumentare la frequenza di rimbalzo e peggiorare il ranking del sito.
BEST PRACTICE
Se volete avere buoni risultati di SEO ci sono 2 regole auree che non potete mai ignorare.
La prima è quella di mettere l’esperienza d’uso dell’utente sempre al primo posto.
Non affannatevi ad inseguire gli algoritmi dei motori di ricerca poiché questi stessi sono pensati per imitare il comportamento dei visitatori. Scrivete per i lettori e non per Google.
La seconda è non avere fretta.
La SEO si costruisce nel tempo, non porta risultati immediati, ma sul lungo termine è l’investimento migliore che potete fare.
Una buona SEO non può prescindere da:
Scrittura dei testi
Purtroppo, non basta conoscere l’argomento e saper scrivere (ma è il punto di partenza necessario). Bisogna anche saper organizzare il testo in un certo modo. Fate attenzione all’uso di titoli, sottotitoli, grassetti, spazi eccetera.
Categorie e Tag
Organizzare in maniera coerente ed intelligente i contenuti del sito è il modo migliore per renderli fruibili agli utenti, ma anche a Google. I tag e le categorie non sono come gli hashtag di Instagram, utilizzarne troppi crea solo confusione e contenuti duplicati.
Ottimizzazione delle immagini
Questo è uno degli aspetti meno considerati, ma le immagini giocano un ruolo importante nell’indicizzazione di un sito.
I motori di ricerca non sono in grado di vedere cosa c’è nell’immagine, per questo utilizzano il nome del file ed il tag associato per capirne il contenuto. Evitate nomi come “af87329b-c862-447f-9abb-58db7d83168e.jpg”.
Qualità dei contenuti
Non è un segreto che i contenuti debbano essere interessanti per chi li legge e rispondere alle loro esigenze. Non a caso un buon blog aziendale è una parte importante all’interno di un funnel di vendita. Assicuratevi che i vostri contenuti siano di valore e sempre aggiornati. Quest’ultimo concetto in particolare non è uguale per tutti i siti come abbiamo già detto parlando della freschezza.
Salvatore Aranzulla, in un’intervista, ha dichiarato che il suo team editoriale passa molto tempo ad aggiornare i contenuti del sito.
In questo modo rimangono sempre validi e fruibili nel corso degli anni.
ATTENZIONE! Aggiornare non significa cambiare la data di pubblicazione dell’articolo.
Usabilità
Tenete sempre d’occhio tutti i fattori tecnici che impediscono una navigazione scorrevole del sito (velocità di caricamento, elementi che si spostano, etc). Anche Google mette al primo posto l’esperienza d’uso e fornisce numerosi strumenti per analizzare e risolvere questi problemi.
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