Qualche giorno fa durante il Fortune’s Brainstorm Tech (meeting su nuove tecnologie e media) uno dei pezzi grossi di Google, P. Raghavan ha delineato uno dei SEO trend più evidenti del 2022.
“In our studies, something like almost 40% of young people, when they’re looking for a place for lunch, they don’t go to Google Maps or Search.. They go to TikTok or Instagram.”
In sostanza quasi il 40% dei giovani tra i 18 e i 24 anni non passa più da Google per le ricerche online ma si affida completamente a piattaforme come TikTok ed Instagram.
A quanto pare il colosso cinese è una minaccia per gli altri social network ma lo sta diventando anche per i motori di ricerca.
Primo su tutti Google che è il leader di settore indiscusso visto che da solo soddisfa oltre il 94% delle ricerche online.
Se Google è così preoccupato da cominciare a muoversi per “correre ai ripari” è perché l’ascesa dei contenuti visuali è ormai irreversibile.
Le ricerche della GenZ
A trainare la crescita dei “video brevi” è la Generazione Z. Ma se all’inizio si trattava principalmente di contenuti di intrattenimento, sembra che adesso i giovani utilizzino questo formato anche per cercare informazioni relativamente complesse.
Dalle ricerche per il miglior ristorante della città, a quelle per un determinato prodotto, fino ad arrivare allo specialista medico da scegliere. TikTok ormai ospita video di ogni tipo.
Al giorno d’oggi un ragazzo sotto i 25 anni potrebbe non rivolgersi mai a Google per rispondere alle sue domande.
A dover fare i conti con il predominio dei video brevi non sono solamente le piattaforme online, ma anche i marketer e le imprese. D’altra parte la Gen Z è destinata, prima o poi, a diventare il fulcro delle strategie di vendita della maggior parte delle aziende.
E già oggi il loro potere d’acquisto è piuttosto alto (diffidate da chi dice che non è vero).
Le aspettative dei giovani (e non solo)
Il consumatore moderno è fondamentalmente pigro.
Tutti noi sogniamo di poter cliccare un solo bottone e ritrovarci la lavastoviglie montata a casa il giorno dopo.
Ma per i più giovani, l’idea di completare tutto il processo in una sola piattaforma è quasi un diritto fondamentale.
Sbattersi tra fonti diverse, opinioni differenti e lunghe spiegazioni non è nelle loro corde.
A prescindere dalla complessità della domanda, vogliono una soluzione semplice ed immediata – preferibilmente suggerita da un influencer.
E cosa meglio di un video di pochi secondi? È breve, mi da le informazioni “necessarie” e lo posso guardare senza audio.
Il mezzo migliore sia per scegliere un mascara che per diagnosticarmi una qualche patologia.
La preferenza per questo formato, ossia il video verticale, è talmente marcata che i giovani lo vorrebbero trovare ovunque.
Anche quando consultano una mappa per raggiungere una destinazione. Tanto che Google stessa sta lavorando su tecnologie che consentano di rendere le mappe più immersive e meno flat.
Effettivamente anche noi abbiamo riscontrato una certa difficoltà dei giovani nell’utilizzare app come Google Maps.
Ma anche con le fermate degli autobus, della metro o del treno non se la cavano benissimo…
Una ricerca “limitata”
Noi dinosauri del web (e del marketing) siamo convinti che ogni contenuto ha un suo formato d’elezione; e che un video di 15 secondi non è sempre il migliore.
Su TikTok non possiamo avere in un unico colpo d’occhio tutte le informazioni che possiamo ricavare da piattaforme come Google, Amazon, Tripadvisor o Facebook.
- Se nella barra di ricerca di TikTok scrivo “migliore carbonara Roma” tutto quello che mi troverò davanti sarà un muro di video muti. Nessun indirizzo, nessuna valutazione generale, nessun nome, nessuna indicazione sui prezzi.
Per avere (forse) queste informazioni sarei costretto a guardarmi ogni singolo video.
- Se facciamo la stessa ricerca su Google ecco cosa viene fuori:
Binge watching
TikTok nasce come piattaforma di intrattenimento, la sua forza sta proprio nella capacità di catturare l’utente con una raffica di video che lo tiene incollato allo schermo per più tempo possibile.
Il rischio, piuttosto concreto, è quello di entrare in TikTok per una ricerca specifica e uscirne 2 ore dopo senza una risposta.
Anzi, magari ci siamo anche dimenticati la domanda! Accade molto più spesso di quanto non pensiate.
È un sistema chiuso
TikTok non ha un crawler che gira il web per indicizzare contenuti provenienti da fonti diverse. Gli unici disponibili sono quelli creati dai suoi utenti.
Se nessuno sulla piattaforma parla di un determinato prodotto o servizio questo semplicemente non esiste.
E non sperate che un TikToker nomini la vostra attività semplicemente perché gli è piaciuta.
La stragrande maggioranza dei video sono copie l’uno dell’altro.
Tra challenge e argomenti di tendenza c’è davvero poco spazio per un contenuto originale.
SEO trend per il marketing delle aziende
Per Google il seo trend del video breve è talmente importante, e duraturo, che si sta già muovendo per non perdere una fetta di potenziali utenti, soprattutto nei prossimi anni.
La questione però non riguarda solamente i colossi del web, ma praticamente chiunque abbia un’attività online.
Per questo tutte le aziende di qualsiasi dimensione dovrebbero iniziare a prepararsi… ma nel modo giusto.
Moda ma non seo trend
I video brevi sono popolarissimi tra i più giovani e ci sono diverse piattaforme che si reggono su questo tipo di contenuti.
Tra queste sicuramente TikTok è quella che ha avuto più successo, ma questo la rende indispensabile nelle strategie delle aziende?
Non è detto!
Se la Gen Z non rientra nel target dell’azienda, non c’è bisogno di attuare strategie rivolte a questa fascia di età.
Al momento non c’è modo di sapere con assoluta certezza come evolveranno le abitudini di queste persone.
– Quando i Gen Z avranno 30 anni continueranno ad usare TikTok?
– Continueranno a preferire gli short videos come formato?
– Andrà di moda una nuova piattaforma?
Le variabili sono davvero troppe.
5 anni fa TikTok praticamente non esisteva, adesso sembra il futuro dei social. L’ennesima prova che, nel mondo digital, le cose cambiano davvero velocemente.
Se invece, il vostro attuale target rientra nella fascia 18-24 anni, potete valutare l’idea di utilizzare TikTok, ma fate molta attenzione a come lo fate.
I giovani hanno un “linguaggio” (in senso esteso) tutto loro e da sempre rifiutano i toni ed i modi delle generazioni precedenti. Questo significa che il rischio di sembrare solo dei poveri “boomer” è altissimo.
Se non riuscite a calarvi al 100% nel mood della Gen Z (cosa difficile anche per molti influencer famosi) rivolgetevi a dei content creator specializzati. Ci sono innumerevoli esempi di aziende che lo hanno fatto con ottimi risultati.
Esperienza immersiva
Le aziende però non devono commettere l’errore di focalizzarsi sulla piattaforma specifica o sul formato del momento. Non è quello il punto della questione.
Il seo trend di lungo periodo è ben più ampio e a darcene indicazione sono proprio le Big Tech.
Google, Meta e tante altre stanno sviluppando progetti incentrati su tecnologie come la realtà aumentata e il 3D. Lo scopo chiaramente è di fornire esperienze online sempre più immersive.
Ed è proprio questo il macro trend a cui tutti dovremmo guardare.
Naturalmente questo non vuol dire che ogni impresa, anche la più piccola, debba impegnarsi in progetti di ricerca e sviluppo in questo senso. Gli strumenti li forniranno Meta, Google e gli atri.
Le aziende però dovranno creare contenuti adeguati. E possono iniziare già da ora a pensare in quale modo integrare le loro strategie di marketing digitale.
Ci sono tante cose che si possono fare fin da subito senza l’ausilio di strumentazioni mirabolanti e costose, ad esempio:
- Mettersi alla prova con la produzione di foto e video in 3D
- Convertire una parte della Content Strategy al formato video
- Ripensare il sito web aziendale per renderlo più immersivo
Le aziende che iniziano oggi con queste attività si troveranno più avvantaggiate e pronte tra 5/10 anni ad affrontare le nuove richieste degli utenti e le nuove sfide del digital marketing.
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