Se usate Google Ads per promuovere la vostra attività online saprete benissimo che ci sono aggiornamenti continui e che sono necessari piccoli ma costanti aggiustamenti.
Del resto il comportamento dei consumatori cambia velocemente, non solo per quello che riguarda l’acquisto ma soprattutto per il modo di effettuare le loro ricerche sul web. Il customer journey è in costante evoluzione.
Google ovviamente è consapevole di tutto ciò e si impegna per diventare sempre più bravo a capire l’intento di ricerca degli utenti.
Non è un caso che tutti i più recenti aggiornamenti mettono al centro l’esperienza d’uso e tendono a premiare quei siti che forniscono le risposte più pertinenti alle query di ricerca.
Per raggiunger questo obiettivo Google non usa più soltanto i termini inseriti nella barra di ricerca, le famose keyword, ma un’infinità di altri segnali:
- location dell’utente
- data ed ora del giorno
- device utilizzato
- indicatori demoscopici
- ricerche precedenti
- etc
Alla luce di tutto ciò è sempre più chiaro che, per ottenere il massimo dalle campagne pubblicitarie, bisogna ripensare il modo in cui si usa Google Ads. Non si tratta più soltanto di applicare piccoli cambiamenti tecnici ma piuttosto di cambiare la prospettiva generale sul funzionamento delle pubblicità di Google.
L’approccio Modern Search
Questo termine è stato introdotto in “contrapposizione” al vecchio sistema di fare pubblicità su Google Ads. Quello che i marketer e gli imprenditori che gestiscono i loro account pubblicitari hanno usato negli ultimi 10 anni.
Le parole chiave di questo nuovo approccio sono due: fiducia e semplificazione (vi giuriamo che è lo slogan di qualche partito politico!).
La fiducia consiste nell’accettare che l’intelligenza artificiale di Google è sempre più smart e conosce i nostri clienti anche meglio di noi. Voi conoscete i comportamenti dei vostri clienti mentre sono nel vostro negozio, offline o online.
Google oltre a questo, sa anche cosa fanno nel resto del tempo.
I dati che può usare Google per le sue analisi sono milioni di volte maggiori rispetto a quello che può avere qualsiasi piccola attività. Aggiungiamoci anche che è sempre più capace di interpretarli al meglio.
Ecco perché è molto più conveniente che sia l’AI di Google ad ottimizzare le campagne pubblicitarie.
La semplificazione è conseguenza di questo “rapporto di fiducia”. Se avete un collaboratore di cui vi fidate molto, non avete problemi a delegare alcune attività e non dovete istruirlo passo passo su cosa fare.
Questo vi rende la vita più semplice, snellisce molti processi all’interno dell’azienda e vi permette di ridistribuire meglio tempo e risorse.
Lo stesso risultato che potete ottenere passando applicando il modello Modern Search al vostro account Google Ads.
Come ripensare la tua strategia Google Ads
Avrete capito che il primo passo da fare per abbracciare il nuovo corso di Google Ads è quello di fare un cambio di mentalità.
Dovrete rinunciare ad una parte di controllo sulle campagne pubblicitarie e sulla distribuzione dei budget.
Sappiamo benissimo che è un passo difficile per molti. Sia per i professionisti abituati ad ottimizzare manualmente ogni annuncio nei minimi dettagli, sia per i titolari di azienda che tengono sotto controllo ogni centesimo.
Passare ad un sistema così automatizzato può essere uno shock ma si ottengono una gestione più semplice, meno spreco di tempo e risultati migliori.
Per fare questo passaggio Google stessa consiglia di seguire questi 4 principi.
Da struttura granulare a consolidata
Considerato il funzionamento di Google Ads, finora il modo più “semplice” per avere un controllo dettagliato del budget e rimodulare a proprio piacimento ogni singolo fattore era avere moltissime campagne.
In pratica era normale creare campagne separate per gestire i budget con precisione, per utilizzare strategia di offerta diverse, oppure per raggruppare le keyword da inserire.
Questo modo di progettare le campagne dava vita ad una struttura granulare.
Adesso per gli account Google Ads è molto più funzionale una struttura semplificata, con poche campagne, raggruppate per obiettivo principale, ossia consolidate.
Maggiori informazioni vengono estrapolare su una specifica campagna migliori saranno i tips e gli aggiustamenti che Google stesso potrà applicare. Quindi, per far lavorare al meglio il machine learning, è meglio evitare di frammentare i dati su tante campagne diverse.
Qui sotto potete vedere un esempio ipotetico di come passare da una struttura granulare ad una consolidata.
Una scuola che eroga corsi di cucina rivolti a professionisti ed amatori può smettere di creare campagne diverse per ogni percorso e raggruppare tutto per obiettivo, per tipologia o per prezzo. Invece di un numero X di campagne se ne faranno solo 2, una dedicata ai corsi professionali e una per quelli amatoriali.
Meno keyword, ma più smart
Finché Google si limitava ad un’analisi sintattica dei termini di ricerca più keyword si usavano e meglio era.
Oggi però gli algoritmi sono molto più complessi ed intelligenti, tanto che sono in grado di fare un’analisi semantica che tiene anche conto del contesto. In questo modo riescono a cogliere meglio l’intento di ricerca e, di conseguenza, a mostrare l’annuncio più pertinente.
Puntare su un numero minore di parole chiave permette di risparmiare tempo prezioso nella fase di ricerca delle keyword migliori ed impostazione iniziale delle campagne. Non c’è più molto bisogno di arrovellarsi su questioni come corrispondenza a frase o esatta.
Addio ai lunghissimi elenchi di parole chiave ridondanti e benvenuto approccio broad match!
Nel campo della SEO, può essere un’ottima idea puntare su long tail keyword o parole chiave secondarie per posizionarsi evitando la concorrenza di aziende molto più grandi.
Su Google Ads, a meno che non sia una scelta strategica precisa (settore di nicchia, prodotto/servizio particolare etc) non è necessario cercare keyword astruse e con poco volume di ricerca.
Per questo scopo basta applicare il 3 principio, che trovate proprio qui di seguito.
Annunci dinamici su Google Ads
Questo tipo di annunci non è certo una novità ma probabilmente non vengono ancora sfruttati al massimo del loro potenziale.
Per farla breve un annuncio dinamico viene generato automaticamente da Google in base alla landing page sulla quale atterreranno gli utenti che ci cliccheranno sopra.
Non c’è bisogno di scrivere le headline o di scegliere le keyword ma dobbiamo fornire a Google Ads la lista degli url su cui arriveranno i visitatori. Come possiamo farlo?
- O lasciamo che sia Google a cercare direttamente le pagine sul nostro sito
- Alternativamente possiamo dargli un elenco di pagine a cui assegnamo dei label (etichette)
- Un mix tra le due opzioni
Sono tutti metodi funzionali. Tuttavia, secondo noi la seconda opzione, pur richiedendo un po’ di lavoro in più, è più customizzabile, flessibile e adatta a realtà aziendali medio piccole.
Questo tipo di annunci lascia a Google il compito di scegliere le keyword e consente di coprire ricerche alle quali magari non avevate nemmeno pensato. Con la conseguenza di incrementare il traffico generato dagli annunci standard.
Proprio per questo Google consiglia di usarli parallelamente a quelli tradizionali.
Quindi gli ad group dinamici sono davvero meravigliosi… ma portano con loro un GROSSO rischio.
Dato che per crearli Google si basa sulle informazioni presenti sulle pagine del vostro sito, se queste non sono realizzate a regola d’arte (leggasi: secondo gli standard di Google) siete in guai grossi.
Se vi va bene la pagina horror non verrà presa in considerazione per generare l’annuncio.
Altrimenti rischiate che vengano mostrate pubblicità al target sbagliato, facendovi letteralmente buttare soldi inutilmente.
Smart Bidding
Con questo nome vengono identificate le strategie di offerta che utilizzano il machine learning per definire quanto offrire durante ogni asta.
Prima del loro avvento l’unico modo per ottimizzare il budget era impostare manualmente le variazioni per ogni singola keyword.
Un lavoro complesso (immaginate di avere centinaia di parole chiave da revisionare) e lungo.
ROAS target, CPA Target e Massimizza conversioni non sono di certo feature nuove; chi usa Google Ads da un po’ le conoscerà bene.
Ma oggi, insieme agli altri principi della Modern Search, lo Smart Bidding rivela il suo pieno potenziale. È una strategia molto flessibile ed adattabile ad ogni tipo di azienda.
L’importante è avere chiaro l’obiettivo della campagna, attivare il tracciamento delle conversioni (ovvio) e fornire il maggior numero di dati possibile a Google.
Avrete bisogno di un numero minimo di conversioni affinché l’algoritmo sia in grado di ottimizzare al meglio le vostre campagne, quindi non abbiate fretta.
Come ottenere il massimo dai tuoi annunci Google Ads
Per fare in modo che l’approccio Modern Search sia effettivamente efficace c’è bisogno di un lavoro di squadra che coinvolga Google, il nostro sito e chi crea gli annunci.
L’AI di Google è sempre più potente ma non può fare tutto da sola… per adesso!
Delle potenzialità di Google Ads abbiamo ampiamente parlato. Ora vediamo cosa dobbiamo fare noi per permettergli di lavorare al meglio.
Il sito web
L’abbiamo già accennato sopra ma lo diciamo di nuovo. Un sito pieno di problemi, errori e con una struttura confusa quali dati potrà mai inviare a Google? Di sicuro non saranno di qualità e probabilmente comprometteranno il lavoro dell’algoritmo e le performance dei nostri annunci. Ancor prima di iniziare il passaggio alla Modern Search assicuratevi che il vostro sito sia fatto a regola d’arte, soprattutto nel back end.
Gestione delle campagne
Il risultato ottimale a cui aspira chiunque faccia pubblicità online è che il potenziale cliente veda l’annuncio più adatto, al momento giusto.
Con le Responsive Ads, Google si preoccupa degli aspetti tecnici per raggiungere questo obiettivo ma la parte creativa resta in mano nostra.
Siamo noi, o il professionista incaricato, a doverci focalizzare sull’ideazione di del maggior numero possibile di asset di alta qualità (headline, descrizioni, immagini, estensioni etc). In questo modo Google potrà combinare questi elementi per ottenere l’annuncio perfetto per chi sta facendo la ricerca.
Cambiare l’approccio verso l’uso delle pubblicità su Google non è un passaggio immediato e può spaventare un po’.
Ma con le giuste accortezze, con gradualità e con una serie di prove ci si può riuscire senza traumi, sia per voi che per il vostro business.
Lascia un commento